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Le viaggiatrici del Grand Tour. Storie, amori, avventure

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Attilio Brilli

Le viaggiatrici del Grand Tour. Storie, amori, avventure Copertina flessibile – 6 febbraio 2020

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  • Età di lettura Da 3 anni in su
  • Lunghezza stampa 243 pagine
  • Lingua Italiano
  • Dimensioni 12.9 x 1.6 x 21.1 cm
  • Editore Il Mulino
  • Data di pubblicazione 6 febbraio 2020
  • ISBN-10 8815285903
  • ISBN-13 978-8815285904
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Le viaggiatrici del Grand Tour. Storie, amori, avventure

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Dettagli prodotto

  • Editore ‏ : ‎ Il Mulino (6 febbraio 2020)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 243 pagine
  • ISBN-10 ‏ : ‎ 8815285903
  • ISBN-13 ‏ : ‎ 978-8815285904
  • Peso articolo ‏ : ‎ 260 g
  • Dimensioni ‏ : ‎ 12.9 x 1.6 x 21.1 cm
  • n. 688 in Storia moderna e contemporanea dal XVIII al XX secolo (Libri)
  • n. 1,289 in Storia sociale e culturale (Libri)
  • n. 7,267 in Studi culturali e sociali (Libri)

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Attilio brilli.

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11 Libri sul Grand Tour

+ Indice contenuto

Cerca la tua prossima lettura tra i migliori libri sul Grand Tour da leggere in vario formato nella nostra classifica aggiornata con i migliori scrittori di oggi e del passato.

Il 'Grand Tour' è un termine che si riferisce a un viaggio educativo e culturale intrapreso dai giovani aristocratici europei tra il XVII e il XIX secolo. Durante questo viaggio, solitamente di diversi anni, i giovani nobili visitavano le principali città e siti culturali dell'Europa, come Roma, Firenze e Parigi, al fine di arricchire la loro formazione e conoscenza del mondo. Questo viaggio era considerato un'importante tappa nella formazione di un gentiluomo e spesso includeva anche l'incontro con intellettuali e artisti di spicco dell'epoca.I 'libri-sul-grand-tour' sono opere letterarie che trattano del fenomeno del Grand Tour, analizzando la sua storia, le sue motivazioni e le sue conseguenze culturali. Questi libri possono essere di vario genere, come saggi storici, biografie di viaggiatori famosi, guide turistiche dell'epoca o romanzi che raccontano le avventure e le esperienze vissute durante il Grand Tour. Attraverso queste opere, i lettori possono immergersi nella ricchezza culturale e nell'atmosfera di un'epoca passata, scoprendo le meraviglie e le sfide di un viaggio che ha lasciato un'impronta indelebile nella storia europea.

Migliori 11 libri sul Grand Tour

Senza fermarti alle recensioni dei lettori, scegli il miglior libro da leggere sull'argomento "grand tour" in ordine di uscita e trova l'edizione che ti interessa, scegliendo tra il formato cartaceo oppure ebook digitale.

1. Grand tour d'Europa. Ediz. illustrata

Grand tour d'Europa. Ediz. illustrata

  • Scritto da Attilio Brilli
  • Argomento: Storia dell'arte
  • Casa editrice: Franco Maria Ricci
  • Pubblicato a Giugno 2023

2. Il fascino dell'Italia nell'età moderna. Dal Rinascimento al Grand tour

Il fascino dell'Italia nell'età moderna. Dal Rinascimento al Grand tour

  • Scritto da Cesare De Seta
  • Casa editrice: Raffaello Cortina Editore
  • Pubblicato a Novembre 2010
  • 4.34 /5 Il viaggiatore che nella seconda metà del Quattrocento scopre il fascino del Bel Paese è mosso da un sentimento laico ben diverso dallo spirito che spingeva i pellegrini del Medioevo. L'Italia appare la culla di una nuova civiltà. Alla base di questa rivoluzione c'è tanto la rinascita delle 'humanae litterae' quanto l'invenzione della prospettiva. Personaggi come Albrecht Dürer e Erasmo da Rotterdam sono così i precursori di una conquista dell'Italia e dei suoi tesori, proprio come Palladio, Machiavelli, Giorgione e Tiziano con i loro trattati o con le loro tele sono gli agenti promotori della cultura italiana in tutta Europa. L'apice della fortuna dell'Italia si avrà però in pieno Settecento, con lo straordinario successo del Grand Tour, che come un fiume in piena porta nella penisola aristocratici, letterati, artisti e filosofi che la considerano una meta ineludibile per la formazione della coscienza europea....

3. Il mio Grand Tour. Storie di luoghi, di arte e di ansia

Il mio Grand Tour. Storie di luoghi, di arte e di ansia

  • Scritto da Cristina Fogazzi
  • Argomento: Opere illustrate
  • Casa editrice: Mondadori Electa
  • Pubblicato a Ottobre 2022

4. Grand tour

Grand tour

  • Scritto da Fernando Mazzocca
  • Casa editrice: Giunti Editore
  • Pubblicato a Maggio 2022

5. Grand tour d'Europa. Ediz. illustrata

6. the grand tour.

The Grand Tour

  • Scritto da Mike Rendell
  • Argomento: Viaggi
  • Casa editrice: Shire Publications
  • Pubblicato a Febbraio 2022

7. Grand Tour

Grand Tour

  • Scritto da Riccardo Neri
  • Argomento: Narrativa di genere
  • Pubblicato a Agosto 2023

8. The Grand Tour. The Golden Age of travel

The Grand Tour. The Golden Age of travel

  • Scritto da Marc Walter
  • Argomento: Letteratura di viaggio
  • Casa editrice: Taschen
  • Pubblicato a Agosto 2021

9. The Last Grand Tour: Contemporary Phenomena and Strategies of Living in Italy

The Last Grand Tour: Contemporary Phenomena and Strategies of Living in Italy

  • Scritto da Michael Obrist
  • Argomento: Architettura residenziale
  • Casa editrice: Park Book
  • Pubblicato a Luglio 2023

10. Grand tour d'Italia a piccoli passi

Grand tour d'Italia a piccoli passi

  • Scritto da Philippe Daverio
  • Argomento: Guide turistiche
  • Pubblicato a Ottobre 2018

11. Lago di Como Grand Tour: Il Lario in venti racconti d’autore da Lassels (1670) a Hesse (1913)

Lago di Como Grand Tour: Il Lario in venti racconti d’autore da Lassels (1670) a Hesse (1913)

  • Scritto da Pietro Berra
  • Casa editrice: Independently published
  • Pubblicato a Giugno 2021

Classifica 11 libri sul viaggio culturale

All'interno della tua libreria potresti acquistare i seguenti libri sul viaggio culturale ordinati per data di uscita. Trova un bestseller o scegli una tra i titoli consigliati, in base alla copertina o ai dettagli di ciascun libro proposto nella seguente classifica.

Migliori case editrici di libri sul Grand Tour

Ecco quali sono le case editrici che si occupano specificamente di pubblicare libri sul Grand Tour. Per ciascun editore trovi quanti libri ha messo in vendita in Italia, relativamente al nostro elenco.

Domande sui libri sul Grand Tour

Qual è il significato del termine 'grand tour'.

Il termine 'grand tour' si riferisce a un viaggio di istruzione e cultura intrapreso dai giovani aristocratici europei tra il XVII e il XIX secolo. Durante questo viaggio, solitamente di diversi mesi o addirittura anni, i giovani visitavano le principali città e siti culturali dell'Europa, acquisendo conoscenze e arricchendo la propria formazione.

Quali erano le principali destinazioni del grand tour?

Le principali destinazioni del grand tour erano le città d'arte italiane, come Roma, Firenze e Venezia, considerate i centri culturali più importanti dell'epoca. Altre tappe comuni includevano Parigi, Vienna, Monaco di Baviera e Atene, dove si trovavano importanti musei, gallerie d'arte e siti archeologici.

Quali erano gli obiettivi principali del grand tour?

Gli obiettivi principali del grand tour erano l'acquisizione di conoscenze culturali, artistiche e storiche, nonché l'arricchimento personale e la formazione di una rete di contatti sociali ed intellettuali. Durante il viaggio, i giovani aristocratici avevano l'opportunità di studiare opere d'arte, visitare siti archeologici, assistere a spettacoli teatrali e musicali, e partecipare a eventi sociali di alto livello.

Qual è il miglior libro che offre una panoramica illustrata del Grand Tour in Europa?

Renditi un favore e apri Grand tour d'Europa. Ediz. illustrata .

Qual è il miglior libro che analizza il fascino dell'Italia durante l'età moderna, includendo il periodo del Grand Tour?

Lasciati coinvolgere dalla storia di Il fascino dell'Italia nell'età moderna. Dal Rinascimento al Grand tour .

Qual è il miglior libro che racconta storie personali legate ai luoghi, all'arte e all'ansia durante il Grand Tour?

È tempo di scoprire cosa nasconde Il mio Grand Tour. Storie di luoghi, di arte e di ansia .

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Fred Marni

Da sempre appassionato di lettura ho realizzato questo elenco di libri con l'ausilio di ricerche manuali e automatizzate. Percepiamo una commissione sulle vendite generate dagli acquisti dei libri su Amazon, secondo l'accordo e con l'uso di contenuti in licenza. Facebook

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Stai cercando un libro sul Grand Tour? Scopri tutti i migliori libri che parlano di questo argomento, sfogliando la nostra classifica aggiornata a Aprile 2024!

All’interno di questa selezione ti proponiamo vari esempi di libri consigliati sul Grand Tour venduti online con formato digitale oppure cartaceo.

+ Indice recensione

Classifica 7 Libri sul Grand Tour

Ecco una lista di 7 libri sul Grand Tour che puoi iniziare a leggere oggi stesso!

Il grand tour di Nancy Moon

Il grand tour di Nancy Moon

Trama: Taffetà, crêpe de chine, vestiti a trapezio e tubini: la passione di Florence Connelly per il vintage è di famiglia. Dalla nonna Peggy ha ereditato l'amore per i tagli sartoriali e una vecchia macc...

Le viaggiatrici del Grand Tour. Storie, amori, avventure

Le viaggiatrici del Grand Tour. Storie, amori, avventure

Trama: Non solo occasione di formazione culturale e di svago, per il mondo femminile il Grand Tour ha rappresentato quasi sempre un momento cruciale dell'esistenza e spesso ha incarnato un drammatico gesto d...

L'Italia nello specchio del Grand Tour

L'Italia nello specchio del Grand Tour

Trama: C'è un'Italia vista da dentro e un'Italia vista da fuori: c'è l'Italia scoperta lentamente da chi la abita e quella scoperta da chi la conosce da viaggiatore straniero. E forse è proprio quel viagg...

The Grand Tour: Travelling the World With an Architect's Eye: BU

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Trama: Architect Harry Seidler spent more than 50 years traveling the globe, extensively photographing the peak achievements in architecture from 3000 B.C. to the present day. Thanks to sound advice given to...

Federica Galli Green Grand Tour. Ediz. italiana e inglese

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Trama: Catalogo a cura di Fondazione Federica Galli realizzato in occasione della retrospettiva di Federica Galli 1954–2021, Palazzo Morando | Costume Moda Immagine, Milano, primavera 2021. FEDERICA GALLI,...

Grand Tour: Reisen durch die junge Lyrik Europas.

Grand Tour: Reisen durch die junge Lyrik Europas.

Trama: Die Poesie lebt – doch die ungeheure Vielfalt der Dichter aller Sprachen, aller Länder von Albanien bis Zypern ist nahezu unbekannt. So ist es höchste Zeit für eine neue, aufregende Bestandaufnah...

Book Tour - L'autore incontra il suo pubblico

Book Tour - L'autore incontra il suo pubblico

Trama: Dopo la pubblicazione del suo ultimo romanzo, G. H. Fretwell, uno scrittore inglese di basso livello, si imbarca in un tour promozionale. Nulla sta andando secondo i piani e il suo viaggio si trasform...

Scrittori di libri sul Grand Tour

Abbiamo citato 7 autori di libri sul Grand Tour e di seguito proponiamo una tabella di riepilogo degli scrittori.

Cosa si intende per Grand Tour?

Il Grand Tour era un viaggio di apprendimento che i giovani aristocratici europei intraprendevano nel XVIII e XIX secolo. Il viaggio aveva l'obiettivo di educare i giovani alla cultura, all'arte e alla storia. I libri sul Grand Tour sono quelli che descrivono questi viaggi, fornendo informazioni sugli itinerari, le destinazioni, le persone incontrate, le esperienze vissute e le impressioni dei viaggiatori.

Questi libri sono una fonte preziosa di informazioni per chi vuole conoscere meglio la storia e la cultura del Grand Tour.

Domande sui libri

Dove posso trovare i libri sul grand tour.

Nella nostra selezione trovi 7 libri sul Grand Tour, con il titolo, la casa editrice, la data di pubblicazione e un punteggio da 1 a 5 stelle ciascuno.

Qual è il miglior libro sul Grand Tour?

Tra i libri sul Grand Tour, potresti leggere Book Tour - L'autore incontra il suo pubblico, pubblicato nel 2021 da Andi Watson. Leggi la trama e valuta l'acquisto qui .

Come si intitola un libro sul Grand Tour che costa poco?

Considerando 7 libri sul Grand Tour, potresti iniziare a leggere Il grand tour di Nancy Moon dell'autore Sarah Steele, pubblicato nel 2020 da Feltrinelli.

Approfondimenti e ricerche correlate

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Quale libro sul Grand Tour leggere?

Nella lista vedrai offerte di libri sul Grand Tour già scontati o comunque con un buon prezzo di pochi euro per effettuare l’acquisto direttamente online e successivamente scegliere la spedizione a casa.

Se desideri capire quale libro sul Grand Tour scegliere tra tanti titoli che parlano dello stesso argomento, puoi leggere le migliori recensioni dei lettori che avevano già acquistato quel libro in passato.

Facendo riferimento alle esperienze del pubblico, la tua ricerca ti garantisce una scelta intelligente per ordinare il libro più adatto alle tue esigenze.

Cerca in modo semplice tutte le promozioni dei libri sul Grand Tour che ti potrebbero interessare e leggi la recensione di altri lettori prima di acquistare qualsiasi libro, anche se è particolarmente economico o appartiene alla top 10 di una classifica.

Sicuramente il nostro consiglio è di evitare di limitarti alla copertina, ma cerca anche il numero di pagine per valutare se hai sufficiente tempo per la lettura e in secondo luogo considera anche il nome dell’autore se hai delle preferenze particolari.

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The Grand Tour of Europe

EDITORIAL FEATURE

9 Books and Films Inspired by the Grand Tour

From mary shelley's 'frankenstein' to john hughes' 'national lampoon'.

Be it created on the Grand Tour, or inspired by the romance of Italy that the Grand Tour created, these 9 artistic works show how this idea of Romantic travel provided creative inspiration for centuries – and continues to inspire us in the present day.

1. Francis Bacon's 'Of Travel', 1625

When the notable statesman Francis Bacon went on his 3-year journey across Europe, little did he know that the travel advice he had for his 17th-century readers would be just as valuable to those of the 21st century. Francis Bacon’s sound advice in his writings "Of Travel" paved the way for the young men and women who set out on their Grand Tours, and in the process he also became a pioneer in travel writing.

Bacon’s advice became a pocket guidebook of sorts, which still resonates today. Some of his travel tips were:

- Keep a travel journal, but not at the expense of experience - Get to know a local and have them show you around - Travel with people you get along with - See the sights and rarities of your destination, like monuments & churches - Never forget your trip. But never show off either when you’re home again.

2. Edward Gibbon's 'The History of the Decline and Fall of the Roman Empire', 1776

At the ripe age of 26, after already publishing his first work Essays on the Study of Literature , Edward Gibbon embarked on the European journey of Enlightenment which had become a rite of passage for any wealthy, educated, young British man. Gibbon went on to complete other literary works, but the one work which gave him fame throughout centuries is the one that would take over a decade to complete – The History of the Decline and Fall of the Roman Empire: 1776 - 1788 .

Gibbon’s book was inspired by the surrounding temple-lined Roman Forum , ancient cobblestones where Julius Caesar once ruled, and the early legends of Romulus and Remus , the wolf-raised founders of Rome. The 3-volume book which takes you on a journey from Augustus to Constantinople is the product of a European tour of a lifetime. This work set Gibbon apart and sealed his position as a legendary writer of the Grand Tour.

3. Mary Shelley's 'Frankenstein', 1816

It’s a common anecdote that Mary Shelley conceived of Frankenstein (also known as The Modern Prometheus) to win a bet while traveling through Europe on a Grand Tour of sorts with Percy Shelley and Lord Byron.

Shelley’s subtle references to her travels can be found throughout the novel. For example, Shelley decided to have Frankenstein (who in actual fact is the doctor, not the monster) be born in Naples, Italy; raised in Geneva, Switzerland and travel around to London, Paris and throughout Europe. An interesting note of the times considering the railways hadn’t yet become “tourist-friendly”.

4. Johann Wolfgang Goethe's 'Italian Journey', 1816

It’s impossible to speak about literature inspired by the Grand Tour and not speak about one of the most well-known writers from the Grand Tour – J.W. Goethe . Italian Journey is perfectly titled as it takes us through Goethe’s many adventures in quite a vivid fashion since the book is actually based on Goethe’s travel diaries.

Goethe often boasted of his life-altering experiences during the Grand Tour, and was one of the many European travelers who seemed to have had an epiphany during his journey through art, culture and sun. A travel itinerary of sorts, the Italian Journey takes you through Verona, Rome, Naples, Sicily and more – seeing Italy through the eyes of an enthusiast.

5. Mark Twain's 'The Innocents Abroad', 1869

Mark Twain was one of the last literary greats to follow in the footsteps of the Grand Tour adventure-seekers. His trip to Europe by boat in 1867 is often referred to as the “Great Pleasure Excursion” and it’s all chronicled in the travel book he called The Innocents Abroad , which was to become one of the most prominent pieces of travel literature in American history. Twain covered his journey from the Paris Exhibition 1867, to Rome, all the way to the Holy Land.

Twain aimed to reach out to a wider audience, and this bestselling chronicle of an American’s perspective of Europe did just that. And has continued to do so for over a century.

6. 'Room with a View', directed by James Ivory, 1985

Lucy Honeychurch, played by Helena Bonham Carter, and her tutor Charlotte Bartlett, played by Maggie Smith, spend some formative time in Florence in an Italian pensione where Lucy meets George Emerson, played by Julian Sands. George seems to have been freed of his restrictive expectations, finding both himself, love and Lucy in Italy. It’s a film centering on culture, passion and, of course… the Arno River, Florence. It's perspective on Italy owes a lot to the culture of the Grand Tour.

7. 'National Lampoon’s European Vacation', directed by Amy Heckerling, 1985

John Hughes may have been famous for capturing the true essence of the coming-of-age teenage years, but he clearly applied the same approach to capturing the essence of the Grand Tour in the comedy, National Lampoon’s European Vacation , starring Chevy Chase and Beverly D’Angelo. The film had all the makings of a “modern Grand Tour of Europe” with multiple city stops in London, Paris, a West German village, Rome, and many of the monuments you may have seen in an 18th century Grand Tour manual.

8. 'Enchanted April', directed by Mike Newell, 1991

The name of this film says it all. Inspired by the the idea of Italian paradise inherent in the Grand Tour, the story is about 4 London women who embark on a “soul searching” journey to Italy. They rent an Italian castle, leave their former lives, and get away from it all for a bit of enlightenment à la Grand Tour.

9. 'A Month at the Lake', directed by John Irvin, 1995

One of the highlights of the Grand Tour was sex and romance. And that’s exactly what you get from this romantic comedy with a cast including Uma Thurman, Vanessa Redgrave and Alessandro Gassman. One month at Lake Como is more than enough to find love and a sense of freedom – both famous products of Italy.

Learn more about The Grand Tour:

- How Tourism Hasn’t Changed Since The Grand Tour - The Art That Made Grand Tourists Flock to Italy - The Grand Tour of Italy

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15 giu 2020

Le viaggiatrici del grand tour. storie, amori, avventure - attilio brilli.

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First comprehensive survey on the reports relating to travel in Italy by scholars and professionals in the context of the vast and complex phenomenon of the Grand Tour, with particular regard to visits and descriptions of Italian libraries. The first chapters illustrate the criticalities and the complexity of a scientific approach to the so-called odeporic literature. The following is an original and as exhaustive as possible exposition of bibliographic and cataloging sources available to researchers. The odeporic documents are then examined, presented in chronological order, with particular distinction between method and content between letters and travel reports. This research, as well as an expansion of the range of accredited study sources for the history of libraries, also provides a more solid knowledge on the perception in the century of the role of the library as a place both institutional and of knowledge. This is achieved by using original and first-hand material. These considerations concern specifically the Italian libraries as they have always been custodians of unique texts and precious relics, as well as which architectural spaces of particular aesthetic appeal.

Prima indagine complessiva sui rapporti relativi ai viaggi in Italia effettuati da eruditi e professionisti nell’ambito del vasto e complesso fenomeno del Grand Tour, con particolare riguardo alle visite e descrizioni di biblioteche italiane. I primi capitoli illustrano le criticità e la complessità di un approccio scientifico alla letteratura cosiddetta odeporica. Segue una originale e quanto più esaustiva possibile esposizione delle fonti bibliografiche e catalografiche a disposizione dei ricercatori.Vengono poi esaminati, presentati in ordine interno cronologico, i documenti odeporici, con particolare distinzione di metodo e contenuto tra lettere e resoconti di viaggio. Tale ricerca consegue, oltre che un ampliamento della gamma delle fonti di studio accreditate per la storia delle biblioteche, anche una più solida conoscenza sulla percezione nei secolo del ruolo della biblioteca come luogo sia istituzionale che di conoscenza. Ciò viene raggiunto sfruttando materiale originario e di prima mano. Tali considerazioni riguardano nello specifico le biblioteche italiane in quanto da sempre custodi di testi unici e di preziosi cimeli, oltre che quali spazi architettonici di particolare richiamo estetico.

Viaggi tra i libri. Le biblioteche italiane nella letteratura del Grand Tour / Fiammetta, Sabba. - STAMPA. - (2018), pp. 1-361.

Viaggi tra i libri. Le biblioteche italiane nella letteratura del Grand Tour

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Viaggi tra i libri. Le biblioteche italiane nella letteratura del Grand Tour By Fiammetta Sabba

  • Article contents
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Brian Richardson, Viaggi tra i libri. Le biblioteche italiane nella letteratura del Grand Tour By Fiammetta Sabba, The Library , Volume 20, Issue 1, March 2019, Pages 111–113, https://doi.org/10.1093/library/20.1.111

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‘ There is certainly no Place in the World where a Man may Travel with greater Pleasure and Advantage than in Italy’: so begins Joseph Addison's Remarks on Several Parts of Italy, &c. in the Years 1701,1702,1703 , first printed in 1705. The author goes on to note that, among those who have written on ‘different sorts of Curiosities’ in Italy, ‘some have search’d into Libraries’. Fiammetta Sabba's study of travel among books in Grand Tour literature gives a full account of the different kinds of searching into Italian libraries that were recorded by foreign visitors, often with admiration, occasionally with criticisms. The libraries range from public institutions to the collections of religious houses, churches, universities, and private individuals, and the travellers (mainly but not only men, despite Addison's generalization) might be engaged in research or simply in sightseeing.

Sabba begins the first part of her book with an overview of the Grand Tour and the genres of writing that it generated. She describes bibliographical sources and some modern Italian collections that specialize in travel literature, such as the Raccolta Luigi Vittorio Fossati Bellani, now in the Biblioteca Ambrosiana of Milan, and the Fondo Tursi in the Biblioteca Nazionale Marciana of Venice. She gives some examples of manuscript memoirs, chiefly from the Osborn Collection in Yale University Library. Sabba then provides the rationale for her own analysis of this extensive literature, in which she distinguishes personal letters written during journeys, dealt with in Part II, and accounts of learned travel written for a wider readership, considered in Part III. The information offered by correspondence can be fragmentary, she points out, but it comes from personal experience and is more spontaneous; narratives tend to be more systematic, but they can use second-hand knowledge, and their texts may have been altered before printing, as in the case of The Voyage of Italy (1670) by the Catholic priest who coined the phrase Grand Tour, Richard Lassels.

The earliest correspondents discussed, from the second half of the seventeenth century, are not Grand Tourists in the usual sense but members of religious orders gathering documentation: Bollandists in search of material for the Acta Sanctorum and Maurists such as Jean Mabillon. Their letters provide considerable detail about assistance received and obstacles encountered, for instance the closure of libraries in Rome for a fortnight during Carnival. Among other visitors of this period were Leibniz, who was hunting for evidence to link the House of Brunswick with that of Este, and François Misson, a Huguenot tutor who found that even personal recommendations were not enough to give him access to a manuscript if this might give support to the Protestant cause. Two Englishwomen appear among library visitors in the late eighteenth century: Lady Miller (Anna Riggs) and Hester Lynch Piozzi (Mrs Thrale).

Travel accounts that mention libraries typically describe aspects such as the reading room, the architecture, the number of manuscripts and printed books held, paintings and sculptures on display, the way in which books were kept (in some cases chained or shut away in cupboards), and holdings that were especially precious, among them Leonardo's Codex Atlanticus in the Ambrosiana. The libraries described most often are the Ambrosiana, the Marciana, the Laurenziana in Florence, and the Vaticana. Lassels found the Ambrosiana ‘one of the best libraries in Italy, because it is not so coy as the others, which scarce let themselves be seen; whereas this opens its dores publikly to all comers and goers, and suffers Them to read what book they please’. However, he deplored its expenditure on portraits of learned men rather than on books; similarly, although he found the library of the cathedral in Siena, frescoed by Pinturicchio, ‘rauishing and liuely’, he comments that ‘when alls done, give me Books in a Library, not pictures’. In the eighteenth century, the Ambrosiana was praised by Montesquieu, who noted that its well-informed staff provided paper, ink, and pens for readers, and by Johann Jacob Volkmann, who approved of its opening for four hours daily and its provision of some free teaching. In Rome, the library of the Barberini family (acquired by the Vaticana in 1902) was visited frequently, as were the Casanatense and the Angelica, which in that period belonged respectively to the Dominican and Augustinian orders. The Florentine library of Antonio Magliabechi (1633–1714), the nucleus of the modern Biblioteca Nazionale Centrale of Florence, was visited less often than one might expect; however, the Magliabechiana, established as a public library in the Uffizi in 1747, was open only three days a week, while the Marucelliana was open for three further days. According to Volkmann, writing over half a century after Magliabechi's death, his books still bore traces of his heavy smoking and his habit of eating eggs while using his volumes as a table.

Some travellers observed that personal contact with librarians could facilitate research. Magliabechi was so knowledgeable that Mabillon described him as ‘a living library’. In the eighteenth century, one of the greatest librarians of the Laurenziana, Angelo Maria Bandini, received visitors personally, recorded their names and impressions in an album, and guided at least one reader, Martin Gerbert, around Florence.

Sabba's book will no doubt lead readers to compare and contrast their own experiences of Italian libraries. Its two main achievements, however, are to highlight an aspect of early modern travel to Italy that has attracted less attention than the appreciation of the country's art, architecture, and opera or of the social experiences to be enjoyed there, and to assemble further evidence for the history of learned libraries by using the perspective of cosmopolitan visitors who were implicitly comparing Italy with their own countries. As Sabba notes, the seventeenth century marked the start of a new phase in library history, with the publication of works such as Gabriel Naudé's Advis pour dresser une bibliothèque (1627), the introduction of more functional architecture, greater consideration for readers, and increased cataloguing activity (p. 24). Amid the detail of Sabba's many summaries of visitors' accounts, it is not easy to trace long-term trends from the seventeenth to the early nineteenth century; but her own conclusions are that travellers increasingly rejected excessive veneration of the past and that libraries came to play a leading role in the formation of the governing classes, teachers, scientists, and cultured society in general (pp. 253–54).

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Il Grand Tour, sognando l'Italia nel Settecento. La mostra di Milano

L’espressione “Grand Tour” compare per la prima volta nel 1670, nello scritto d’un prete cattolico inglese, Richard Lassels, che quell’anno pubblicava a Parigi un libro, The Voyage of Italy , nel quale erano descritte le città, i monumenti, gli edifici visti durante un viaggio in Italia. Il libro cominciava con una prefazione in cui Lassels elencava i benefici del viaggiare, e tra i varî vantaggi di quest’attività il sacerdote includeva la possibilità di capire meglio la storia che si legge sui libri: “nessuno”, scriveva Lassels, “comprende meglio Livio e Cesare, Guicciardini e Monluc di colui che ha fatto il Grand Tour di Francia e il Giro d’Italia”. Questa distinzione di termini che, curiosamente, richiama moderne vicende ciclistiche, è andata perduta nel tempo, col risultato che s’è andato a indicare come “Grand Tour”, in via più generica, il ben noto “viaggio di formazione della classe dirigente europea”, per adoperare la sintetica definizione di Cesare De Seta ch’è il massimo esperto italiano dell’argomento. Parlare di Grand Tour però non significa parlar soltanto di viaggi: è questo il merito principale della mostra Grand Tour. Sogno d’Italia da Venezia a Pompei , allestita fino al 27 marzo 2022 alle Gallerie d’Italia di piazza Scala a Milano.

Una sorta di rito d’iniziazione dell’Europa moderna, prima ancora che un viaggio che conduceva i giovani dell’aristocrazia e dell’alta borghesia in Italia (e non solo) da tutto il continente. Addirittura un’“istituzione”, secondo De Seta. Un’istituzione le cui radici van fatte risalire a tempi ben più antichi di quelli ai quali comunemente l’associamo, dato che i prodromi del Grand Tour settecentesco potrebbero esser rintracciati addirittura nel regno di Elisabetta I, quando la corona inglese finanziava, e la classe dirigente promuoveva, lunghi viaggi d’istruzione in Europa. Lo stesso Lassels, quando scriveva il suo Voyage , operava in un periodo in cui recarsi in viaggio in Europa era prassi consolidata (il viaggio tipicamente durava tre anni). Nel Settecento sarebbe divenuto un fenomeno molto più diffuso di quanto non lo fosse in precedenza, e avrebbe assunto caratteri ancor più universali. In Italia, s’arrivava per crescere a livello personale e per cominciare a costruire il proprio futuro, la propria carriera. E si tornava al proprio paese con valigie colme di conoscenze, oltre che di voluminosi ricordi.

Quella di Milano non è la prima mostra in assoluto sul tema (varrà la pena ricordare, tra le ultime, la bella rassegna Città del Grand Tour che s’è tenuta a Carrara, a Palazzo Cucchiari, nel 2017), ma di sicuro, volendo escludere la mostra di gestazione inglese Grand Tour. Il fascino dell’Italia nel XVIII secolo , nata alla Tate Gallery di Londra nel 1996 e poi portata al Palazzo delle Esposizioni di Roma l’anno successivo, è la più imponente che si sia mai vista in Italia e la più completa, forte d’un percorso sapientemente articolato in una serie di nove sezioni consequenziali (con le opere che però talvolta si dispongono liberamente lungo le sale). Si potrebbe dire che i tre curatori, ovvero Fernando Mazzocca, Stefano Grandesso e Francesco Leone, abbiano congegnato un itinerario che permette di seguire un ipotetico viaggiatore di fine Settecento (l’epoca d’oro del Grand Tour vien fatta risalire al periodo compreso tra la Pace di Aquisgrana del 1748 e la discesa in Italia delle armate francesi nel 1796) nel suo percorso in Italia, senza tralasciare, in apertura, le motivazioni del viaggio, e accompagnandolo tra le capitali del Grand Tour, facendo conoscenza con gli artisti che avevan deciso di fermarsi in Italia (alcuni di loro sarebbero diventati addirittura antesignani delle odierne guide turistiche), osservando gl’italiani del tempo e soffermandosi a cercare un souvenir prima di tornare a casa. Sulla carta, una mostra difficile: perché l’argomento non è di quelli di maggior appeal per il grande pubblico, perché il materiale sul Grand Tour è sterminato, perché il tema stesso ha confini che potrebbero essere allargati a dismisura (viaggiatori da paesi diversi si recavano in Italia con motivazioni diverse: lo illustrano bene i saggi d’approfondimento in catalogo, che ripercorrono la storia del Grand Tour dall’angolazione di quattro paesi, ovvero Gran Bretagna, Francia, Russia e Spagna, da cui provenivano i tourists ). Ma ne è comunque risultata un’esposizione oltremodo coinvolgente, una delle più appassionanti tra quelle che si son viste alle Gallerie d’Italia negli ultimi anni, malgrado la mole di opere che i curatori han saputo radunare.

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Si parte con una sala dedicata alle “Capitali del Grand Tour”, che raduna alcune vedute dei principali snodi dei viaggiatori del tempo, individuati in Roma, Firenze, Napoli e Venezia, benché il viaggio dei grand tourists facesse tappa in svariate città, da Ravenna a Mantova, da Bologna a Milano, da Genova a Lucca. Ma non poteva prescindere dalle quattro capitali: di solito i viaggiatori giungevano da nord (o via mare, sbarcando a Genova o Livorno) e raggiungevano Firenze, per poi scendere attraverso Roma fino a Napoli, e poi risalire per far sosta a Venezia prima di riprendere la via di casa. A Firenze (richiamata dalla veduta di Thomas Patch che apre la mostra) ci si fermava per il Rinascimento, per ammirare le collezioni degli Uffizi, per osservare gli esiti del mecenatismo mediceo. Roma stupiva, intanto, per le rovine: la meravigliosa veduta del Colosseo di Gaspar van Wittel, in arrivo da Norfolk, è una delle vette dell’esposizione, e la coppia di vedute di Michelangelo Barberi, una dei fori e una di San Pietro, restituisce con icastica chiarezza il contrasto tra la Roma antica e quella moderna che ammaliava i viaggiatori. E poi, Roma seduceva per l’idea d’un’antica grandezza perduta, attirava per la presenza d’artisti e artigiani che l’avevano resa la maggior piazza dove trovare ricordi del proprio tour . A Napoli ci s’emozionava per il Vesuvio e le sue eruzioni, peraltro numerose tra Sei e Settecento (un’intera sezione della mostra è dedicata proprio al Vesuvio, tanto era il fascino ch’esercitava sui viaggiatori stranieri), e ci si lasciava cullare dall’amenità dei paesaggi. E infine Venezia era la città degli eventi, che viveva il suo irreparabile declino tra feste favolose: l’affollatissima regata sul Canal Grande dipinta dal Canaletto ne è una piena dimostrazione.

L’Italia era divenuta meta prediletta del viaggio anche perché era possibile vedervi da vicino, come in nessun altro paese era possibile fare, le rovine di quel passato che andava studiato e conosciuto per poter dire d’aver avuto una formazione completa: la sezione sul “fascino delle antiche rovine” indaga questo aspetto, quasi sempre coincidente con le motivazioni stesse del soggiorno in Italia, con una serie di dipinti tra i quali svettano, oltre al celeberrimo Capriccio del Canaletto conservato al Poldi Pezzoli di Milano, dipinto emblematico e simbolo d’una temperie culturale in quanto capace di fondere antico e moderno e suscitare al contempo sentimenti di stupore e nostalgia, due dipinti meno noti come la veduta ideale di Giovanni Paolo Pannini (Ilaria Sgarbozza in catalogo la definisce “uno dei capricci più belli e significativi” della produzione dell’artista piacentino, “per la qualità sia delle architetture sia dei personaggi e per il notevole stato di conservazione”, senza contar la sua rarità), che allinea una serie di monumenti tutti in realtà molto distanti ma presenti sulla tela in quanto tesi a soddisfare la precisa richiesta d’un committente, e il Capriccio con il Pantheon di Hubert Robert, dalle collezioni dei principi del Liechtenstein. Le rovine del pittore francese, spiega bene Mazzocca in catalogo, “preludono alla visione drammatica e romantica dell’antico, quale testimonianza della caducità delle civiltà e della fragilità degli umani destini”: l’iter cronologico della mostra s’arresta proprio agli albori del romanticismo. C’è poi un interessante gruppo di dipinti che fa quasi da cerniera con la sezione successiva, dedicata ai paesaggi mediterranei dell’Italia: ecco dunque un altro dipinto denso di sensibilità romantica, La tomba di Virgilio al chiaro di luna di Joseph Wright of Derby che ben trasmette il senso d’un paesaggio, quello italiano, che appariva (e appare ancor oggi) “intriso di una memoria storica che oltrepassava le vestigia antiche di cui era disseminato” (così Grandesso), ed ecco le rovine dei templi siciliani (Sicilia che, peraltro, inizialmente era ai margini del Grand Tour, date le difficoltà logistiche per raggiungerla, e fino agli anni Settanta-Ottanta del Settecento era rimasta meta di pochi temerarî, ma presto sarebbe stata riscoperta), che rifulgono sotto la luce calda del sole meridionale nei dipinti di Ferdinand Georg Waldmüller e, quasi senza che ce ne accorgiamo, ci guidano verso il capitolo seguente.

I tourists , del resto, erano attratti anche dalla straordinaria varietà del paesaggio italiano che, scrive Francesco Leone, “regalava set indimenticabili per la loro diversità ma anche per gli intrecci con la cultura classica”. Difficile separare l’attrazione per il paesaggio da quella per il ricordo dei tempi antichi, impossibile pensare all’Italia scindendo il territorio dalla traccia dell’uomo: prima dei padri costituenti, che hanno inserito questo connubio indissolubile nell’articolo 9 della Carta, lo avevano ben inteso i viaggiatori del Grand Tour. Descrivere il paesaggio italiano voleva dire, pertanto, dar conto dell’azione che l’essere umano, spesso costretto a difendersi da una natura avara in tante zone del nostro paese, ha dovuto intraprendere per adattarsi: simbolo della sezione è un quadro di Jakob Philipp Hackert che, seppur inserito tra dipinti appartenenti alla sezione successiva, ben comunica quest’idea, coi faraglioni di Aci Trezza che torreggiano sulla riva del mare e a cui rispondono gli edifici del borgo marinaro sulla costa. Un’intera sezione, che occupa da sola quasi una sala, è dedicata, si diceva, ai bagliori del Vesuvio: data la quantità di testimonianze, lettere e descrizioni di viaggiatori stranieri impressionati dall’attività del vulcano, i curatori hanno pensato di riservargli un capitolo a sé, con dipinti di grande, medio e piccolo formato, alcuni dei quali (come l’ Eruzione del Vesuvio alla luce della luna del francese Pierre-Jacques Volaire, specialista del genere) lasciano attoniti anche noi contemporanei, investendoci di quel senso del sublime che doveva animare quei viaggiatori che, in assenza d’ogni comodità e d’ogni mezzo di sicurezza, tentavano la scalata alla cima e si fermavano poi a contemplare lo spettacolo che si parava dinnanzi ai loro occhi meravigliati.

Quanto alle due sezioni successive, quelle dedicate ai viaggiatori e agli artisti (forse le meno interessanti per il grande pubblico), val la pena soffermarsi, più che sulle storie personali dei singoli personaggi che s’incontrano sulle pareti, su alcuni episodî (come lo splendido ritratto della famiglia Tolstoj di Giulio Carlini, che torna in Italia a cinque anni di distanza dalla mostra carrarese di cui s’è detto, nonostante sia lontanissimo nel tempo essendo opera del 1855, o come il singolare dipinto di Franz Ludwig Catel che, a Napoli, ritrae Karl Friedrich Schinkel alla finestra, simbolo per eccellenza del Sehnsucht e del sentimento romantico) e su alcuni acuti che i curatori hanno saputo inserire in queste sale per ravvivare una sezione che rischia di rimanere indigesta se non si nutre una forte passione per l’argomento, o per la ritrattistica settecentesca. Primo: la possibilità d’osservare la nascita d’un nuovo genere artistico, inventato dal grande Pompeo Batoni, pittore ben noto alla critica, tra i più grandi italiani del secolo XVIII, ma molto sottovalutato dal pubblico. Una riforma a pieno titolo esemplificata da tutti i suoi ritratti presenti in mostra, che raffigurano gentiluomini stranieri in piedi, spesso in compagnia del loro cane, vicino a monumenti antichi o statue: Batoni imponeva così, spiega Grandesso, “un modello sofisticato che incontra le aspettative di gusto e le ambizioni di autorappresentazione del rango più elevato dell’aristocrazia”. In pratica, Batoni riusciva a fondere un genere ritenuto troppo imitativo come il ritratto con suggestioni paragonabili a quelle della pittura di storia, creando souvenir d’altissimo livello e prodotti innovativi allo stesso tempo. Secondo: la nascita del neoclassicismo. Ci si trattiene a lungo dinnanzi a due dipinti del rivale di Batoni, il tedesco Anton Raphael Mengs, che al contrario del più anziano lucchese aveva voluto e saputo farsi interprete degl’ideali d’imperturbabilità e di compostezza di Johann Joachim Winckelmann, soggetto di uno dei due ritratti di Mengs in mostra (l’altro è invece Mengs stesso, in uno degli autoritratti più belli del tempo). Terzo: il femminile. Ci si lascia incantare dalla freschezza e dalla delicatezza dell’autoritratto di Louise-Élisabeth Vigée-Le Brun, autrice d’una pittura ricca e intensa che rivaleggiava con quella di Angelica Kauffmann, che invece è presente nella sezione successiva, dedicata alla “bellezza italiana”.

Per la prima volta si vede dunque in mostra l’Italia del tempo, l’Italia moderna, con la quale molti artisti inevitabilmente si trovavano a misurarsi. “Le attrazioni della vita moderna”, scrive Grandesso, “comprendono anche gli aspetti della vita sociale, ad esempio legati ai teatri, dunque alla musica e alle esibizioni delle celebri poetesse improvvisatrici, dall’altro alle feste popolari, il carnevale romano con la corsa dei cavalli berberi e i moccoletti, la girandola dei fuochi a Castel Sant’Angelo, l’ottobrata, il gioco della palla col bracciale e le corride al teatro Corea”. Protagonisti di questi dipinti sono personalità altolocate, come le belle Domenica Morghen e Maddalena Volpato dipinte come due muse nella campagna da Angelica Kauffmann, ma sono anche i popolani dei Primi passi dell’infanzia di Jacques-Henri Sablet, pittore francese particolarmente interessato a questi momenti di vita quotidiana trasfigurati in composte scene di genere, o i poveri ma dignitosissimi Pellegrini di Roma di Paul Delaroche, dipinto dove siamo catturati dal fiero orgoglio della madre al centro, sporca e stanca, e ovviamente sì idealizzata in modo quasi irreale, ma bellissima nel suo piglio severo. L’atto finale della mostra, prima di giungere alle due appendici, è una scena di vita siciliana catturata in Alle porte del monastero da Waldmüller, pittore austriaco alieno da qualunque volontà di denuncia sociale (molti viaggiatori, specialmente nelle opere scritte, non avevan potuto fare a meno di sottolineare lo stridore tra i fasti del passato e le miserevoli condizioni in cui molti versavano nel presente), e autore d’un dipinto efficacemente riassunto da Elena Lissoni come un quadro capace di catturare catturare “insieme all’incanto della natura mediterranea e dei monumenti antichi anche la bellezza del popolo siciliano, dei suoi costumi e di una vita all’aria aperta, che ancora conservava un ritmo primordiale e una religiosità semplice”.

Prima d’uscire dalle Gallerie d’Italia, ci s’aggira per le ultime due sezioni, che chiudono la mostra a guisa d’appendici, come detto. Una è dedicata a souvenir , oggetti d’arte e manifatture del lusso: grandi vasi di porfido, statuette in bronzo dorato, piani di tavolo di pietre dure, vaschette di marmo e anche un incredibile centrotavola (quello di Giovanni Volpato, con Trionfo di Bacco e Arianna, Apollo e le Muse che s’ammira nel salone centrale) erano alcuni degli oggetti che i grand tourists traevano con sé dalle loro peregrinazioni. Spicca, nel mezzo della sala della ritrattistica, anche un curioso tavolo a mosaico di Michelangelo Barberi, decorato a smalto con vedute di Roma: un lavoro di altissimo livello forse eseguito addirittura per il futuro zar Alessandro II, che ventenne compì il suo Grand Tour tra il 1838 e il 1839, e al 1839 risale l’opera. Attorno al salone centrale si dispone poi una serie di statue, antiche e moderne, che lasciano il visitatore con la suggestione che la passione per l’antico doveva infondere a chi non vedeva l’ora d’arrivare in Italia. Statue, come il Laooconte che aveva ispirato lo stesso Winckelmann e alcune delle sue pagine più celebri, che si ponevano come modello da celebrare e copiare: nasceva un nuovo gusto collezionistico ben rappresentato da uno dei capolavori di Canova, l’ Amorino alato eseguito per il principe russo Nikolaj Jusupov, innamorato di Roma e dell’arte classica, e in prestito dall’Ermitage di San Pietroburgo.

Rispetto ad altre occasioni espositive che in passato hanno ripercorso la storia del Grand Tour, la mostra delle Gallerie d’Italia si concentra, più che sull’aspetto storico e cronologico in sé (che comunque viene ben evidenziato laddove necessario, specialmente in avvio), sulle singole tappe del viaggio, sulle storie dei viaggiatori e degli artisti, sulle ragioni che muovevano i grand tourists , sulle sensazioni che il soggiorno in Italia suscitava sui loro animi. Sotto il profilo delle vicende storico-artistiche, l’aspetto forse più significativo della mostra è l’aver rimarcato che l’Italia fu centro di produzione artistica di livello europeo, dove si continuava a sperimentare e a innovare: nel percorso questa attitudine emerge dalle opere di Batoni, di Canaletto, di Piranesi, di Canova, oltre che dei tanti che li seguirono. L’obiettivo che i curatori si son prefissati, dichiarandolo nella premessa di catalogo, ovvero quello di smentire il pregiudizio secondo cui l’Italia, nella seconda metà del Settecento, non avrebbe prodotto un’arte all’altezza del suo passato, è dunque ben centrato, dimostrato dalle opere che testimoniano un vitalismo fecondo, e lo stesso Grand Tour, in questo panorama, offrì un contributo non secondario.

Chi vorrà, potrà infine leggere sottotraccia l’idea di Grand Tour come “specchio” che sta alla base di uno dei libri più celebri di Cesare De Seta, per quanto la rassegna di Palazzo Anguissola Antona Traversi si focalizzi più sul punto di vista dei viaggiatori che su quello degli abitanti. Un punto di vista ch’era stato comunque fondamentale per la formazione di quella coscienza di sé che l’Italia assumeva “nello specchio del Grand Tour”, scriveva De Seta. Una coscienza che s’è formata anche col contributo dei viaggiatori stranieri, “attraverso la loro diretta esperienza che ha il vantaggio di essere volta a larghe parti della penisola, così come si evince dalle fonti letterarie, dai diari di viaggio, dalle guide pratiche, fino alle ponderose opere erudite sulla storia d’Italia”. I paesaggi, le città con le loro piazze e i loro palazzi, i monumenti antichi e moderni, le rovine del passato sono gli elementi che compongono quello specchio in cui si rifletteva il viaggiatore, “e questi a sua volta nelle sue letture e interpretazioni riflette la cangiante immagine del paese”. E il Grand Tour assume così la dimensione di momento fondamentale della storia nazionale.

Federico Giannini

L'autore di questo articolo: Federico Giannini

Giornalista d'arte, nato a Massa nel 1986, laureato a Pisa nel 2010. Ho fondato Finestre sull'Arte con Ilaria Baratta. Oltre che su queste pagine, scrivo su Art e Dossier e su Left .

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Looking at the front cover of The Gran Tour; Travels with my Elders will give you your first chuckle. It shows an elderly woman determinedly clutching a handbag and a li-lo, trudging through the sand to get a vantage point at the beach. She has an incredibly determined look about her. Although many years her junior, the Ben Aitken decided that he had much to learn from his elders and chose to do bus trips around the UK to immerse himself in the aged travelling sector.

One thing he does discover is that he will never feel left out. There are enough single people on the tour, who quickly become friendly (although at first, they did think he was the bus driver) and the couples are inclusive. Ben learns the art of playing Bingo as an after-dinner entertainment, winning the first night, to the disgust of the group.

Aitken travels on Shearings tours for the elderly to Scarborough, St Ives, Wales, Ireland, Italy, and Scotland. He takes his partner Megan on one of the tours, and his gran on another. There is a great deal of conversation in the book as Ben chats to anyone he can, interested in their story and happy to be a friendly ear. There are many chuckle moments in the story. Megan feels that old people have great ideas and should be consulted by powerful people. Ben says this already happens, “It’s called the House of Lords.”

If you are looking to get a sense of one of the places that the author travels to, then stop. This is really a brief look at another intriguing place, while engaging in revealing innermost thoughts of the elderly. Most engaging!

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  1. Le viaggiatrici del Grand Tour. Storie, amori, avventure

    Ho ricevuto questo libro in regalo e chissà per quale motivazione di chi me lo ha fatto. Forse perché - in seconda di copertina - si promette di stuzzicante interesse per chi ama i viaggi: «Le viaggiatrici manifestano una sensibilità che sa insinuarsi nelle pieghe più riposte di un paese per ascoltarne senza pregiudizi le voci, indagarne le condizioni politiche, gli usi e i costumi e ...

  2. 11 Libri sul Grand Tour

    Migliori 11 libri sul Grand Tour. Senza fermarti alle recensioni dei lettori, scegli il miglior libro da leggere sull'argomento "grand tour" in ordine di uscita e trova l'edizione che ti interessa, scegliendo tra il formato cartaceo oppure ebook digitale. 1. Grand tour d'Europa. Ediz. illustrata. Scritto da Attilio Brilli.

  3. 9 libri e film ispirati a il Grand Tour

    3. Mary Shelley | Frankenstein, 1816. È un aneddoto diffuso che Mary Shelley scrisse la storia di Frankenstein (anche conosciuto come il Prometeo Moderno) per una scommessa durante un viaggio in compagnia di Percy Shelley e Lord Byron, ma per contestualizzare meglio l'ispirazione per questa storia gotica, è importante ricordare che fu scritta durante il Grand Tour.

  4. Le viaggiatrici del Grand Tour by Attilio Brilli

    Attilio Brilli, Simonetta Neri. 3.69. 29 ratings8 reviews. Non solo occasione di formazione culturale e di svago, per il mondo femminile il Grand Tour ha rappresentato quasi sempre un momento cruciale dell'esistenza e spesso ha incarnato un drammatico gesto di liberazione. Parlando delle loro esperienze di viaggio, dame settecentesche e poi ...

  5. Quando viaggiare era un'arte: Il romanzo del Grand Tour

    Un librino davvero interessante questo che parla del Gran Tour, il viaggio dei viaggi, nel corso di oltre due secoli, intrapreso dalle personalità più disparate: giovani rampolli dell'aristocrazia europea, letterati, artisti, diplomatici, intellettuali, commercianti ognuno di loro con finalità diverse ma con l'intento via via di avventurarsi, confrontarsi, di arricchirsi intellettualmente ...

  6. Migliori Libri sul Grand Tour 2024

    Libri sul Grand Tour. Stai cercando un libro sul Grand Tour? Scopri tutti i migliori libri che parlano di questo argomento, sfogliando la nostra classifica aggiornata a Aprile 2024! All'interno di questa selezione ti proponiamo vari esempi di libri consigliati sul Grand Tour venduti online con formato digitale oppure cartaceo.

  7. Le viaggiatrici del grand tour : storie, amori, avventure

    Non solo occasione di formazione culturale e di svago, per il mondo femminile il Grand Tour ha rappresentato quasi sempre un momento cruciale dell'esistenza e spesso ha incarnato un drammatico gesto di liberazione. Parlando delle loro esperienze di viaggio, dame settecentesche e poi esponenti della borghesia, da Anne-Marie du Boccage a Madame de Staël, a Mary Shelley, raccontano romantiche ...

  8. The Grand Tour of Europe

    The Grand Tour, a journey through Europe aimed at culture and leisure, was a common practice between the 17th century and the first quarter of the 19th century. This book revisits the stages in an itinerary that left profound traces in European culture. The opening essay by Nicholas Foulkes details the importance of the Grand Tour for ...

  9. Il Grand Tour d'Italia

    9 libri e film ispirati al Grand Tour. EDITORIAL FEATURE L'arte che fece affluire i protagonisti del Grand Tour in Italia. ... Esplora Culla dell'arte pubblica Piazza del Campidoglio, Roma. Esplora La più grande Opera d'Italia Teatro Massimo, Palermo. Il viaggio continua. Mostre virtuali. Street View. Video. Opere e monumenti.

  10. 9 Books and Films Inspired by the Grand Tour

    4. Johann Wolfgang Goethe's 'Italian Journey', 1816. It's impossible to speak about literature inspired by the Grand Tour and not speak about one of the most well-known writers from the Grand Tour - J.W. Goethe. Italian Journey is perfectly titled as it takes us through Goethe's many adventures in quite a vivid fashion since the book is actually based on Goethe's travel diaries.

  11. The Grand Tour: Letters and Photographs from the Britis…

    The Grand Tour; Around the World with the Queen of Mystery is a collection of Agatha Christie's letters, photographs, memorabilia, and excerpts from her autobiography. The focus is a ten-month trip in 1922. Christie accompanied her husband who was a member of the British Empire Exhibition Mission party.

  12. Le viaggiatrici del Grand Tour. Storie, amori, avventure

    Nel libro di Attilio Brilli le donne viaggiatrici protagoniste del Gran Tour, testimoni delle loro avventure nell' Italia tra Settecento e Ottocento. L'idea del viaggio in Europa in nome del sapere e della curiosità inizierà nel '700 diventando una moda etichettata come Gran Tour cui molti aristocratici presero parte, ma saranno le donne le ...

  13. Viaggi tra i libri. Le biblioteche italiane nella letteratura del Grand

    Viaggi tra i libri. Le biblioteche italiane nella letteratura del Grand Tour Fiammetta, Sabba 2018 Abstract First comprehensive survey on the reports relating to travel in Italy by scholars and professionals in the context of the vast and complex phenomenon of the Grand Tour, with particular regard to visits and descriptions of Italian libraries.

  14. Viaggi tra i libri. Le biblioteche italiane nella letteratura del Grand

    Viaggi tra i libri. Le biblioteche italiane nella letteratura del Grand Tour By Fiammetta Sabba ... Fiammetta Sabba's study of travel among books in Grand Tour literature gives a full account of the different kinds of searching into Italian libraries that were recorded by foreign visitors, often with admiration, occasionally with criticisms. ...

  15. The Grand Tour. The Golden Age of Travel

    1 / 8. XL. The Grand Tour. The Golden Age of Travel. US$ 80. Add to Cart. Edition: Multilingual (English, French, German) Availability: In Stock. Return to a bygone age with this XL volume of vintage travel ephemera from 1869 to 1939. With posters, tickets, menus, turn-of-the-century photochromes, and quotes from literary travelers like Jules ...

  16. The Grand Tour (TV Series 2016-2024)

    The Grand Tour: With Jeremy Clarkson, Richard Hammond, James May, Abbie Eaton. Jeremy, Richard and James embark on an adventure across the globe, driving new and exciting automobiles from manufacturers all over the world.

  17. Grand Tour

    Storia Goethe nella campagna romana, 1787, Francoforte, Städelsches Kunstinstitut. Durante il Grand Tour, i giovani imparavano a conoscere la politica, la cultura, l'arte e le antichità dei paesi europei. Passavano il loro tempo facendo giri turistici, studiando e facendo acquisti. L'Italia con la sua eredità della Roma antica, con i suoi monumenti, divenne uno dei posti più popolari da ...

  18. Il Grand Tour, sognando l'Italia nel Settecento. La mostra di Milano

    2. Recensione della mostra "Grand Tour. Sogno d'Italia da Venezia a Pompei", a Milano, Gallerie d'Italia di piazza Scala, dal 19 novembre al 27 marzo 2022. L'espressione "Grand Tour" compare per la prima volta nel 1670, nello scritto d'un prete cattolico inglese, Richard Lassels, che quell'anno pubblicava a Parigi un libro, The ...

  19. The Gran Tour Travels with my Elders

    The Gran Tour Travels with my Elders. REVIEW BY Grasshopper2 December 26, 2020, 5:12 am. Looking at the front cover of The Gran Tour; Travels with my Elders will give you your first chuckle. It shows an elderly woman determinedly clutching a handbag and a li-lo, trudging through the sand to get a vantage point at the beach. She has an ...

  20. Free walking tour Moscow: Expert Guides and Authentic Tours

    Beginner's Guide to Moscow - Free Walking Tour. Nika 15 Apr 2024. Limassol. Verified booking. Travelled in couple - Apr 2024. Amazing tour and should be done on your first days while staying in Moscow to understand the Moscow metro better. Igor is a nice guide who has an excellent knowledge of Moscow Underground and trying to do his best.We ...

  21. Moscow tours and vacation packages

    Four Day Moscow Tour. 0. 4 days / 3 nights. Personal arrival and departure transfers. Guide speaking your language (English, German, French, Spanish) Private car. Entrance tickets to museums. Visa support (invitation) if you book accommodation. Price from 106,94.

  22. Moscow City

    🎧 Wear headphones for the best experience.For watching on a big screen 4K.In this video, we will take a walk among the skyscrapers of the Moscow City Intern...

  23. Moscow

    🎧 Wear headphones for the best experience.In this video, we will walk along the famous tourist routes of Moscow, take a walk along the renovated embankments...